Cosa è successo davvero alla security di Giorgia Meloni? Vittorio Feltri dice la sua e smonta la bufala sulla Premier.
Via la polizia da Palazzo Chigi. Questa una delle notizie che era trapelata nelle scorse giornate riguardanti la Premier Giorgia Meloni. Ma come stanno davvero le cose? A provare a dare una risposta è stato Vittorio Feltri nel corso del suo ultimo editoriale per Il Giornale. Rispondendo ad un lettore sull’argomento, il giornalista ha smontato la bufala sulla Presidente del Consiglio.
Feltri e la bufala su Giorgia Meloni
Come detto, Feltri ha replicato ad un suo lettore de Il Giornale che chiedeva delucidazioni sulla vicenda legata alla polizia di Palazzo Chigi mandata via dalla Premier Meloni. In questo senso, il giornalista ha detto: “Come tu riporti (il lettore ndr), la settimana scorsa la stampa di sinistra ha sollevato questo caso: il presidente del Consiglio avrebbe richiesto un taglio del personale di polizia che opera all’interno di Palazzo Chigi, si è parlato anche di licenziamenti, di ricollocamenti, di trasferimenti, a causa della presenza di spie”.
Feltri ha proseguito: “Si trattava di una colossale bufala che i progressisti hanno sfruttato per screditare Giorgia Meloni e farla passare per quello che non è: una persona che da sempre manifesta rispetto e sostegno nei confronti delle forze dell’ordine ma che nei fatti poi maltratta gli agenti di polizia, di cui nemmeno si fida. Falso, come del resto hanno spiegato lo staff della premier e i rappresentanti della polizia”.
La ricostruzione dei fatti
A questo punto il giornalista ha voluto ricostruire quanto sarebbe davvero accaduto. “[…] è vero che sono intervenute, su iniziativa della premier, alcune modifiche riguardanti il ruolo dei quattro agenti che fino a ieri e anche nelle legislature passate avevano il compito, tutt’altro che all’altezza dei valori della divisa, di fare da ascensoristi. Ma che diavolo di lavoro è l’ascensorista? Insomma, ci sono bambini che sognano o che abbiano mai sognato di fare gli ascensoristi da adulti? Ne dubito”, ha detto Feltri dando quindi la sua versione dei fatti.
“Può un servitore dello Stato ridursi a fare l’accompagnatore o l’accompagnatrice di chi prende l’ascensore per passare da un piano all’altro?. È una vergogna, a mio avviso, che gli agenti di polizia debbano fare gli uscieri ascensoristi quando i cittadini hanno bisogno di loro altrove, di vederli, di percepire la presenza dello Stato non semplicemente dentro i palazzi ma al di fuori”.
Da qui Feltri ha ricostruito con la sua immaginazione la situazione della Premier: “Io me la immagino, la nostra Giorgia in quel momento, ovvero l’ennesima volta in cui è salita su quell’ascensore, accompagnata da uomini e donne in divisa, e, dopo averlo pensato ogni santo giorno con un senso di fastidio e di disturbo quasi inconscio, non pienamente portato a galla e messo in luce, che non stava bene che quegli agenti stessero lì al suo servizio, cioè per farle compagnia in ascensore, e che fosse poco decoroso e dignitoso per loro ridursi a fare da ascensoristi, risoluta si è detta: ‘Ragazzi, ‘sta storia qui deve finire’. E ha cambiato le cose, non per tutelare se stessa dalle spie, come dicono a sinistra, bensì per tutelare il ruolo dei nostri poliziotti […]”.